Autostrada dei Parchi: la gestione passa ad ANASIl Consiglio dei Ministri ha disposto la risoluzione della convenzione, sottoscritta nel 2009 tra ANAS e Strada dei Parchi e il subentro nella gestione dell’autostrada A24/A25 da parte di ANAS




(descrizione) L'A24 non sarà più gestita da Autostrade dei Parchi. Sarà compito di Anas che subentrerà entro il 2023. Il Consiglio dei Ministri ha revocato la concessione all’Autostrada dei parchi, quindi A24 e A25 e ha approvato un decreto-legge che disciplina la gestione delle due autostrade da parte di Anas.

La revoca fa seguito alla mancata definizione del Piano economico finanziario e alla contestazione di gravi inadempimenti mossa al concessionario da parte del Governo.

Strada dei Parchi Sp.A comunica di apprendere "via stampa, senza alcuna comunicazione preventiva", che con "un'inaudita e immotivata decisione, tesa a umiliare e penalizzare un gruppo imprenditoriale il cui solo torto è di aver investito in Italia credendo nell'apprezzamento delle istituzioni", il Governo ha ritenuto di revocare "la concessione delle Autostrade A24-A25".

Secondo la società "si tratta di una scelta ritorsiva del tutto ingiustificata, sia per ragioni di procedura che di merito". Di fronte alla formalizzazione di un atto che definisce "un sopruso", SdP ha deciso di "difendere in tutte le sedi il proprio buon nome e gli interessi legittimi che rappresenta, che sono quelli di un gruppo italiano che garantisce lavoro a 1700 dipendenti e produce ricchezza pari all'8% del pil della regione Abruzzo".

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Strada dei Parchi, nella sua comunicazione sulla revoca della concessione da parte del Cdm, sottolinea: "C'è una ragione dirimente, che obtorto collo siamo costretti ad evocare, per respingere l'art. 35. Tale articolo e la legge che lo contiene furono scritti subito dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, vicenda drammatica che ha responsabilita' ben specifiche ma ha scatenato nel Paese una generalizzata riprovazione morale nei confronti di tutti i titolari di concessioni pubbliche, autostradali e non".

Poi aggiunge: "Peccato che nel caso di Genova, a torto o a ragione, l'art. 35 non sia stato usato, nonostante le reiterate minacce di farlo a fronte dell'indignazione dell'opinione pubblica scossa dalle conseguenze tragiche dell'accaduto. Mentre lo si pretende di applicare a SdP, soltanto in base all'asserito presupposto, immaginato dal Ministero senza alcun elemento probante, che prima o poi possa accadere un qualche incidente".