"Negli USA dobbiamo gestire una rete di circa 600.000 ponti che stanno degradando. Da dove partire per affrontare il problema? Noi siamo partiti dalla mappatura, dalle informazioni sullo stato di conservazione delle strutture. Negli USA abbiamo realizzato un sistema di reportistica sulle infrastrutture - una sorta di carta d’intentità di opere e reti - denominato Infrastructure Report Card. L’Italia dovrebbe fare lo stesso. Ecco il sito: www.infrastructurereportcard.org. Questo strumento ci permette di monitorare la situazione non solo di strade e ponti, ma di tutte le categorie di infrastrutture americane, quali aeroporti, ferrovie, dighe, canali e porti. Questo progetto è stato avviato 20 anni fa, con un rapporto dettagliato che viene diffuso ogni 4 anni. L’ultima edizione risale al 2017. Ogni tipo di infrastruttura è sottoposta a valutazione. Nel 2017 i punteggi assegnati variano da B per le ferrovie a D- per i trasporti, con una chiara illustrazione dell’impatto degli investimenti - o della loro assenza - su queste valutazioni. Il punteggio per i ponti è C+ e gli investiventi stimati necessari alla loro riabilitazione è pari a 123 miliardi di dollari. Inoltre, per ogni categoria di infrastruttura è possibile conoscere il costo necessario a mantenerla in sicurezza e le risorse disponibili: c'è una differenza elevata tra risorse disponibili e risorse necessarie per mantenere sicure tali infrastrutture".
"Supponiamo che per un progetto servano 2 miliardi di dollari, ma solo 1 è disponibile: cosa fare? Per esempio possiamo rivolgerci alla politica per ottenere più fondi, dal momento che se è vero che nel 2017 quell’intervento sarebbe costato 2 miliardi, sicuramente nel 2021 (se non avremo fatto nulla) ne costerà ad esempio 3. In sintesi, la Infrastructure Report Card è molto utile anche per poter informare i politici sula necessità di gestire il sistema infrastrutturale. Questo è il necessario punto di partenza. Il passaggio successivo cruciale è adottare un approccio decisionale basato sulle valutazioni di rischio: dobbiamo sapere dove è meglio investire le risorse, dobbiamo prendere decisioni chiare e ben ponderate, perché le risorse sono limitate e i rischi sono diversificati".
Quelli citati sono soltanto alcuni passaggi di un'intervista esclusiva di leStrade, Casa Editrice La Fiaccola (Numero di Ottobre 2019) al Professor Dan M. Frangopol, Lehigh University Bethlehem, distingushed member dell'American Society of Civil Engineers (www.asce.org) e fondatore di IABMAS (International Association for Bridge Maintenance and Safety) e IALCCE (International Association for Life-Cycle Civil Engineering).
IALCCE è un'associazione internazionale fondata dal Professor Frangopol nel 2006 che si occupa di sistemi infrastrutturali progettati secondo l'approccio life-cycle o "a ciclo di vita". Il suo primo Simposio si è svolto nel 2008 in Italia in collaborazione con il Politecnico di Milano (www.ialcce08.org). Frangopol è attualmente al lavoro insieme al Professor Biondini, Segretario Generale IALCCE, nell'organizzazione del Simposio 2020, che si terrà a Shanghai, in Cina (www.ialcce2020.org). Nel 2022 l'evento tornerà a tenersi in Italia.
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