L'’8° Report OICE, digitalizzazione e gare BIM 2024

Presentato a Roma l’8° Report OICE sulla digitalizzazione e sulle gare BIM 2024. 

- Leggero calo delle “gare BIM”: nel 2024: il 13,2% del totale contro il 13,7% del 2023.
- Oltre l'83% delle gare BIM sono per affidamenti sopra soglia UE (215.000 euro).
- Soltanto in meno di un quarto delle gare è allegato il prescritto capitolato informativo.
- ANAS, RFI, Demanio, Invitalia e Autorità portuali più attive, ma con meno bandi.
- La progettazione in BIM viene valorizzata con punteggi da 7,6 a 15,2 (-2 punti sul 2023)
- In aumento del 66% il rilievo delle competenze certificate UNI (richieste nel 34% del totale dei    bandi).

Sono questi i dati principali dell’ottavo Rapporto sulla digitalizzazione e sulle gare Bim emesse nel 2024, diffusi oggi dall'OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria, nel corso di un evento on line che ha visto la presenza del Presidente ANAC Giuseppe Busia e di Pietro Baratono, “padre” dell’omonimo decreto che formalizzo l’applicazione del BIM (Bulilding Information Modelling) nel 2017. Nel suo intervento il Presidente Busia ha affermato, fra le altre cose, “il rapporto OICE ci aiuta a leggere bene il percorso fatto dal 2017 ad oggi. Il 2025 deve essere l’anno della digitalizzazione sia per le procedure, sia per il BIM. Si tratta di un percorso di non ritorno; con il correttivo è stata fissata la soglia dei 2 milioni in modo molto ragionevole; in prospettiva dovrà essere abbandonata perché tutti gli interventi dovranno beneficiare del BIM e delle sue potenzialità.”

(descrizione)

I risultati del Report sono stati illustrati dal Vice Presidente OICE con delega per la digitalizzazione, Alfredo Ingletti, che ha fra le altre cose sottolineato come “l’andamento delle gare dimostri in sostanza una stasi e non un avanzamento verso la richiesta di digitalizzazione del progetto. Si tratta però di un percorso, ormai ineludibile, sia nel mondo pubblico, sia in quello privato, e le nostre società che operano all’estero e nel privato lo sanno benissimo. Di anno in anno si fanno piccoli passi in avanti, a volte reali e a volte più di apparenza che di sostanza. Dal report emerge che il processo di effettiva digitalizzazione è stato finora più una risposta a obblighi normativi per le stazioni appaltanti, e a requisiti di committenza e mercato per progettisti e imprese, che non una revisione e ridefinizione dei processi produttivi, di coordinamento e di “cantiere digitale”.