È iniziato il lavoro della Commissione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per definire l’importo complessivo degli investimenti necessari per le vie a pedaggio del Paese. La base di partenza sarebbero i numeri messi sul piatto da Aiscat, l’associazione che raggruppa tutte le aziende del settore da Aspi alla Astm della famiglia Gavio e di Ardian, che avrebbe ragionato attorno a una cifra complessiva di 70 miliardi di euro. Sarebbe questa la somma di cui avrebbe bisogno la rete italiana in termini di ammodernamento e manutenzione. L’importo degli interventi da mettere in agenda: il più rilevante, in quest’ottica, è indubbiamente quello che dovrà essere concordato con Aspi, che vale almeno la metà della somma indicata da Aiscat.
I colloqui delle prossime settimane saranno cruciali per definire il perimetro finale dell’intesa. La proposta al momento sul piatto, assai importante non solo per stabilire le nuove tariffe ma anche per disegnare il futuro della parte predominante della rete autostradale del Paese, ruota attorno a quattro elementi chiave: l’ammontare degli interventi, nettamente superiori alle attese complice anche la passata ondata inflazionistica, i tempi di realizzazione, i più stretti possibile, la scadenza della concessione, spalmata su qualche anno in più per non impattare troppo sui pedaggi, e il ricorso a strumenti alternativi, come un fondo infrastrutturale, per finanziare le opere.
Riguardo alle cifre attorno alle quali il board e il management di Autostrade hanno ragionato si parla di una somma complessiva di circa 35,9 miliardi di euro. Di questi 19,3 miliardi di euro sarebbero destinati alle grandi opere di potenziamento, e tra queste il focus sarebbe soprattutto sullo snodo di Genova e di Bologna; altri 14,1 miliardi verrebbero impiegati per dar vita ai necessari piani di ammodernamento e rigenerazione della rete esistente; e infine 2,5 miliardi sarebbero garantiti per gli interventi di ammodernamento tecnologico. L’obiettivo è ottenere il sigillo al pef per potere poi procedere in tempo utile alla realizzazione di tutte le opere necessarie per imprimere una svolta infrastrutturale alla rete di Aspi, operazione che vede Cdp nel ruolo guida non solo nell’azionariato ma anche in un’ottica di sistema Paese. In questo scenario, d’altra parte, va considerato un altro aspetto chiave, ossia la governance di Autostrade. Il consiglio di amministrazione della società è in scadenza con l’approvazione del bilancio 2024. Allo stato attuale non è stata aperta ancora alcuna procedura formale per definire l’assetto del futuro vertice.