Il progetto della tratta tra Frasso Telesino e San Lorenzo Maggiore vale, primo in Europa, il certificato di sostenibilità 'ENVISION' alla strada ferrata Napoli-Bari . L'attestazione riconosciuta a RFI (Rete Ferroviaria Italiana - Gruppo FS Italiane), che si è vista attribuire il livello 'Platinum' (il più alto tra quelli assegnati), premia il carattere particolare dell'opera.
Il progetto in questione è stato infatti indicato come esempio di infrastruttura in grado di declinare in modo significativo il concetto di sostenibilità con riferimento alle sfere ambientale, economica e sociale.
Come anticipato, è la prima volta che in Europa viene attribuito tale riconoscimento, a cui invece si ricorre già molto spesso in altri paesi esteri.
In Italia la certificazione ENVISION viene rilasciata da ICMQ, partner dal 2015 di MVH-STANTEC. I crediti confermati nel caso di RFI sono stati 55 sui 60 totali contemplati dal Protocollo.
Per determinare se un'opera presenti un valore rilevante ai fini del rilascio della Certificazione, si procede alla misurazione degli effetti prodotti dalla struttura sia sulla vita dell'uomo e sia sul contesto ambientale entro il quale cui la stessa è collocata.
Sotto la lente di ingrandimento è posto l'intero ciclo che riguarda il manufatto, dalla fase di progettazione sino alla sua dismissione.
Il Protocollo ENVISION è stato codificato nel 2011 nel contesto di un'attività promossa dalla Graduate School of Design della Harvard University, lo 'Zofnass Program for Sustainable Infrastructure', salvo passare poi in capo all'Institute for Sustainable Infrastrucuture (ISI), organizzazione di ricerca e istruzione no-profit.
In fase di realizzazione del tratto tra Frasso Telesino e San Lorenzo, sono diversi gli accorgimenti che sono valsi al progetto la certificazione ENVISION.
Innanzitutto, il riutilizzo/recupero della gran parte dei materiali di scavo, soluzione che permette di rispettare le caratteristiche geomorfologiche e del paesaggio locale.
L'inserimento di viadotti, ponti e gallerie consente di non stravolgere l'aspetto del territorio. Le pile, protette rispetto alla possibile furia delle correnti fluviali, sono state posate prestando attenzione a non danneggiare l'alveo dei corsi d'acqua.
L'intervento in questione è articolato su due lotti funzionali, ciascuno lungo circa 21 km. Ogni fermata e le strutture a supporto presentano sistemi di accesso sviluppati per integrarsi con le località toccate dalla linea Napoli-Bari.
RFI deve dire grazie a Regione Campania, promotrice di un tavolo tecnico che ha lavorato per elevare al massimo grado gli effetti benefici, per i territori e le comunità toccate dalla strada ferrata, del potenziamento di quanto esistente.
L'azienda e l'ente amministrativo hanno cooperato coordinando i vari anelli della filiera realizzativa, premurandosi, tra le altre cose, di avviare, e darle valore, l'azione sinergica possibile con altre infrastrutture lineari, incalanando l'opera verso un formato di sistema multifunzionale a supporto della crescita dei territori attraversati.
Si ricorda che i lavori sul collegamento Napoli-Bari, che dovrebbero concludersi nel 2026, sono pensati per conseguire il raddoppio e la velocizzazione della linea attuale, nodo del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo.