Una nuova brusca frenata per il settore dei lavori stradali, dopo l'inversione di tendenza del 2019, innescata dall'emergenza Coronavirus (Covid-19). L'evidenza è contenuta nell'ultima analisi trimestrale a cura di SITEB (Strade Italiane E Bitumi), che si apre, sì, con i risultati positivi, in scia, legati al primo bimestre dell'anno in corso e alle vendite di bitume (più 23 per cento), a cui segue però il meno 46 per cento di marzo 2020. La curva è prevista ulteriormente in deciso calo nel mese di aprile.
A poco sembra valere, ai fini della determinazione dello 'stato di salute' del comparto, l'inclusione delle attività di manutenzione strade tra quelle considerate strategiche, quindi non sottoposte al blocco imposto dai successivi DPCM (Decreti Presidente del Consiglio dei Ministri), che appaiono praticamente dimezzate.
"Occorre superare velocemente l’empasse collegata alla fase d’emergenza e agire prioritariamente su due fronti: accelerare il pagamento dei debiti arretrati della PA agli imprenditori e superare la burocrazia che tiene ferme opere già decise - ha evidenziato il Presidente di SITEB, Michele Turrini -. Lo smart working nel pubblico impiego ha nei fatti rallentato molti lavori, allungando le procedure per l’ottenimento di permessi e certificazioni e rinviando l’esecuzione dei lavori".
L'approvazione e la firma di progetti cantierabili sono state rinviate dagli uffici a causa di lentezze burocratiche. Sotto accusa anche il rapporto con le pubbliche amministrazioni ulteriormente 'ingarbugliato' dalla diffusione della pandemia.
Di qui il sollecito di SITEB per il riavvio, al più presto, dei troppi cantieri al momento fermi (coro che trova un'eco nella volontà delle imprese di settore, arrivate rapidamente ad adeguarsi alle nuove disposizioni in materia di sicurezza e prevenzione), utilizzando quelle materie prime oggi disponibili a basso costo in virtù del crollo del valore del petrolio.
Bel tempo continuo e scarso flusso veicolare sono altri due fattori che spingono nella stessa direzione ora che vari step sono ormai alle spalle (consapevolezza della pericolosità del Covid-19, scarsa disponibilità dei DPI - Dispositivi di Protezione Individuale -, rallentamento del lavoro presso Comuni e Province, tra le principali stazioni appaltanti).
"Riteniamo prioritario riconoscere alle imprese i maggiori oneri sostenuti per la sicurezza dei lavoratori causata dall’emergenza Coronavirus - ha aggiunto Turrini -, tenendo ben presente che da ora in avanti tutte le lavorazioni subiranno necessariamente dei ritardi dovuti al rispetto delle nuove procedure. Per agevolare la ripresa dei lavori in questa fase andrebbe, inoltre, superato il Codice Appalti, già molto farraginoso per le amministrazioni locali in condizioni normali, e accelerare le aggiudicazioni delle gare, dando tempi certi per la partenza dei lavori".