di Fabrizio Apostolo
Fa il suo debutto sul numero di Settembre di leStrade una nuova associazione, in sigla AGC per esteso Associazione del Genio Civile. I suoi soci fondatori sono appassionati specialisti (tutti di altissimo profilo) del nostro settore, riuniti con un obiettivo: "portare alla luce", in guisa di exemplum - potremmo dire - e utilissimo strumento di lavoro per i tecnici di oggi, il meglio di quelle opere infrastrutturali che hanno costituito l’autentico motore della nostra storia e della nostra crescita (se vuoi leggere la lettera di presentazione scritta al Ministro da Federico Cempella, presidente dell’AGC, clicca qui).
Stiamo parlando, per venire al dunque, della tradizione del Genio Civile (si veda anche L'Opinione di Pasquale Cialdini, sul numero di leStrade Luglio, anche in versione elettronica, sfogliabile su questo sito, dal titolo "Genio Civile, due secoli di opere al servizio del bene comune").
Una delle patrie istituzioni più longeve, e per questo depositaria di esperienze e know how da cui c’è tutto da imparare: sia in materia di nuove opere, sia anche in fatto di intervento rapido a seguito di calamità. Pensiamo soltano al lavoro svolto dal GC dopo i terremoti di Casamicciola (1882), Reggio e Messina (1908), Avezzano (1913), fino all’Irpinia e al Friuli.
Nella storia del GC, poi, non ci sono solo strade, ma anche dighe, opere fluviali, scuole. Ulteriori indicatori di quel "sacro fuoco" per la costruzione del bene comune che molti nostri avi avevano e che ora più che mai è necessario recuperare. Seguendo la rotta tracciata da due password troppo spesso, di questi tempi, dimenticate: lavoro e cultura. Sul primo sarebbe fondata, ricordiamolo sommessamente, la nostra bellissima Repubblica. La seconda tocca a noi, tocca agli amici del Genio Civile, coltivarla. Facciamolo, continuiamo a farlo insieme.