Che la guida autonoma sia il futuro ci sono pochi dubbi. La sfida, però, è aumentare la percezione dell’ambiente da parte dei sensori del veicolo per muoversi in sicurezza ed interagire con gli altri utenti della strada con una supervisione limitata del conducente. Anas, da sempre attenta all’innovazione tecnologica, come dimostra anche il progetto Smart Road (tecnologia abilitante per lo sviluppo della Smart Mobility e propedeutica agli scenari di guida autonoma dei veicoli), è parte integrante del progetto STEV (Satellite Test bed for EGNSS based Vehicle Localization Validation), finanziato da ASI/ESA, coordinato dal consorzio di ricerca Radiolabs, con INTECS come partner.
La localizzazione dei veicoli in tempo reale è una risorsa fondamentale per i sistemi di guida autonoma, ma per assicurare lo stesso livello di sicurezza della guida con conducente, occorrono piattaforme ibride che grazie ai sensori Video-GNSS-IMU consentano di integrare le prestazioni delle telecamere per il mantenimento della corsia, la rilevazione dei segnali stradali e la gestione dei limiti di velocità. Saranno dunque necessarie combinazioni a prova di errore dei dati GNSS e IMU, che insieme alle immagini dei sensori visivi, consentiranno di valutare tutti gli scenari operativi ed ambientali per garantire una guida sicura.
Queste sfide saranno affrontate nel progetto STEV, al quale collaborano Anas, gestore di 32mila km di strade e autostrade, e Honda Italia per le tecnologie di guida assistita essenziali per la sicurezza delle motociclette. La struttura di STEV prevede un’unità di bordo multi-sensore (OBU), un registratore, un veicolo dedicato, una struttura di elaborazione centralizzata e un’unità del segmento ground-truth che misurerà le prestazioni dei sensori nel dominio della posizione. L’unità di bordo sarà installata sia su un mezzo Anas, sia su una moto Honda Italia. Anas parteciperà come pilot user con dei test sulle tratte Smart Road, contribuendo alla definizione dei casi d’uso.